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  • Il metodo

    Unione&Inclusione o Diversity&Inclusion: il team sublime ha scelto!

    Non avevo previsto la sera del 6 Ottobre 2022 (data in cui abbiamo organizzato a Milano l’evento “Il Team Sublime”) la possibilità di appassionarmi così tanto, al punto di scriverne a lungo in queste settimane, al concetto di team e agli infiniti campi di possibilità che abbiamo ogni giorno di rendere le nostre squadre e le nostre collaborazioni più virtuose.

    Se ti sei perso gli articoli precedenti:

    Concludo questo excursus sul team “sublime” con gli ultimi due ingredienti emersi, poche settimane prima di Natale, che simbolicamente, e spesso anche concretamente, è il momento in cui si alza la soglia della tolleranza e ci si apre più facilmente alla vulnerabilità, o perché si vive il Natale come un’opportunità per trasformare concretamente tensioni e relazioni o talaltra per fare buon gioco a cattiva sorte, almeno per quel giorno.

    Non entro nel merito della trattazione, ma mi soffermo solo pochi istanti sulla sensazione di “resa”, quando lascio andare, lascio emergere, e quel che emerge è quello che c’è.

    Sicuramente da quello “spazio” di consapevolezza, nell’osservare quello che c’è, posso sempre scegliere cosa fare e dove orientare al meglio la mia intenzione. Lo posso fare sempre.

    La bella notizia è che, in primis, siccome noi siamo sempre cambiamento, ogni volta che lasciamo andare ed accogliamo, ci sentiamo più leggeri e allentiamo la tensione, che spesso durante la vita quotidiana, personale e professionale, addirittura non sentiamo.

    Secondariamente posso permettermi di cambiare atteggiamento, credenze ecc.

    E questo è uno strumento meraviglioso e potente per rendere più virtuose le nostre relazioni.

    ·  Quanto il mio pensiero, le mie credenze, i miei pregiudizi inficiano l’opportunità che potrei darmi di essere “diverso” (magari anche migliore) e di accogliere il nuovo, il diverso?

    ·  Come posso accogliere, unire, includere gli altri se parto dalla convinzione che io sono quello che sono?

    ·  Quale tipo di pensiero predomina?

    Come trasformare un team in team “sublime”: gli ultimi 2 ingredienti Unione & Inclusione

    In prima analisi il concetto sembra semplice: l’unione vuol dire vicinanza (reale o virtuale) inclusione significa integrazione della diversità.

    Ma sappiamo bene che non è così!

    Uno dei percorsi che myHARA sviluppa, in merito all’energia maschile e femminile in azienda, si intitola: La prima Diversity&Inclusion sei tu!

    Comprendere (cum prendere= prendere con sé) cosa significa concretamente unione ed inclusione significa entrare in contatto inizialmente con il nostro modo di pensare.

    Ma quanti tipi di pensiero esistono?

    Ci avete mai pensato?

    Esiste il pensiero laterale, il pensiero razionale, il pensiero divergente, il pensiero immaginale, emotivo, critico ecc.

    Per quanto riguarda i concetti di unione ed inclusione li troviamo nel pensiero matematico e, in particolare nella teoria degli insiemi.

    Non mi soffermerò ad approfondire la teoria dei sistemi, in primis, perché nell’ultima prova di matematica, prima della maturità al liceo ho preso 4 e all’Università l’esame di statistica è l’unico che ho ripetuto 2 volte ma, in realtà vorrei sottolineare soltanto come proprio la mente matematica (oggi anche la fisica dei quanti e l’epigenetica, ecc) sia la più vicina alla comprensione e dimostrazione concreta che non tutto è misurabile.

    Nel modello di oggi, Il pensiero critico o razionale, su cui matematica e scienza si basano, è il livello più elevato che si possa raggiungere.  

    Quanta conoscenza e quanta accademia è prodotta nel mondo, opere ingegneristiche, si alzano grattacieli di mille piani…un’intelligenza cognitiva e tecnologica incredibile.

    Esiste anche un’intelligenza creativa…quanta arte viene prodotta!

    Un’intelligenza matematica… i premi nobel, le bombe atomiche, missili intercontinentali.

    Ma tutte queste intelligenze, tutte queste forme pensiero sono separate tra loro e non si coglie, non vede l’unità.

    Il pensiero razionale riflette, elabora, crea un’ipotesi e la verifica.

    La scienza è legata alla misurabilità e teorizza l’oggettività, ma non tutto è misurabile.

    Se davvero vogliamo parlare di unione & inclusione, dobbiamo andare oltre il pensiero critico.

    Cosa misuriamo di un team “sublime”? le performance, gli obiettivi raggiunti?

    Tutto ciò risponde per lo più ad un solo tipo di pensiero.

    Chi raggiunge l’obiettivo?

    Quali subpersonalità di noi? Il manager, l’uomo, la donna, il conformista, il leader, il gregario, il bambino ferito, la bambina ferita, ecc.

    Queste parti separate funzionano attraverso la mente razionale e il nostro pensiero critico, che è duale ed esclusivo.

    “La visione dell’uno è al di là del sapere, la conoscenza dell’uno si ottiene né per mezzo della scienza né per mezzo del pensiero ma per mezzo di una presenza che vale più della scienza”. Plotino

    Secondo Pier Luigi Lattuada, psicologo e psicoterapeuta, fondatore dell’Integral Transpersonal Thinking è necessario recuperare il concetto di integro/integrale che significa etimologicamente non toccato, cui nulla è stato tolto.

    In teoria, e “teoria” non significa capire, ma contemplare, uno sguardo integrale significa dare strumenti, mappe e metodi per permettere alla nostra mente razionale, al nostro pensiero critico di andare oltre e di accedere ad un pensiero consapevole.

    ·  Quanto riusciamo a considerare il nostro team come integro? nel senso etimologico del termine?

    ·  E’ più facile che il nostro team sia più conforme ad un modello che vige in azienda, per cui tutti i team sono simili?

    Nell’esperienza integrale se lasciamo agire il nostro Sé tendiamo verso l’unità.

    Il nostro pensiero critico, la nostra mente duale che separa e clusterizza, ci impedisce di andare verso la nostra unità. Solo andando “oltre” il pensiero critico possiamo fare esperienza del team come UNO e unico e quindi… “sublime”

    Anche il team, come la persona singola, è sempre esperienza ed ermeneutica (intesa come ciò che avviene attraverso l’esperienza)

    Dare valore ad un team integro, significa lasciare emergere le cose come sono e interagire con le altre unità. Non significa essere passivi e rassegnati. Tutt’altro, significa non omologare, non uniformare, ma osservare e riconoscere.

    Come l’essere integrale facilita unione&inclusione?

    Se partiamo da uno spazio di comprensione che i collaboratori sono molto di più di ciò che vediamo e che “utilizziamo” ai fini del business, l’esperienza integrale significa lasciar agire i singoli Sé e, in questo modo, tendere verso l’unità.

    Lasciare agire non significa anarchia e assenza di metodo, anzi significa “vedere” che quando il team si lascia fluire, tollera l’incertezza e incontra più facilmente quello che in psicologia viene definito insight e cioè creatività, essenzialità, intuizione ecc.

    E’ importante allora lavorare con i team per accedere ad pensiero consapevole che li renda “osservatori” dei propri pensieri e di come il team si muove all’interno del “campo” che si è creato.

    Il pensiero critico dominante sente, agisce, pensa ed è totalmente impegnato in questo srotolamento operativo costante, che finisce per sfibrare il team e renderlo privo di linfa vitale.

    Come facciamo a misurare il team “sublime”?

    Non lo possiamo misurare nella sua complessità, ma solo da un punto di vista parziale che è il pensiero critico razionale. E questo è già il primo passo di grande consapevolezza.

    Se lo riduco alla misurabilità, ho una visione limitata.

    Ciò che deve animare il team sublime è il whisfull thinking.

    Con il whisful abbandoni lo sforzo e ti apri alla “resa” e sogni, vivi l’eros inteso proprio come desiderio che si sprigiona e sgorga da dentro.

    Qual è il whisfull thinking del tuo team?

    Il whisfull thinking trascende ed include il pensiero critico, i dati, la misurabilità ma va oltre e crea un “campo” che non è la somma delle parti.

    La caratteristica fondamentale di un team sublime animato da un whisfull thinking è tollerare l’incertezza e fluire attingendo al proprio insight, liberi di sbagliare.

    Allora anche il processo, che spesso è vissuto come un appesantimento od ostacolo, in realtà prende il suo ruolo autentico in quanto processum è il participio passato di procedere ed è una cosa viva, che si muove.

    Lo stesso obiettivo è il mezzo e non il fine per raggiungere qualcosa.

    Solo grazie al nostro intento entriamo in contatto con la direzione. Nell’intento è importante che la mente attentiva riconosca la direzione. Ci vuole energia per disidentificarsi con l’ego e i ruoli ed entrare in contatto con l’unità prima di se stessi e poi del Team

    L’Integral Transpersonal Thinking di Pier Luigi Lattuada ci parla di 4 componenti del Pensiero consapevole(integrale):

    ·  L’io

    ·  Il mondo esterno

    ·  Il campo

    ·  Lo stato di coscienza

    Nel team sublime il campo prende il sopravvento rispetto al pensiero critico e di conseguenza unione& inclusione si armonizzano perché il “campo” che si crea, poiché allineato ed oltre il pensiero razionale, è più spontaneamente unione ed inclusione.

    Unione & Inclusione hanno come espressione armonia, gentilezza, compassione, presenza dei singoli, ecc. che sono in connessione con l’insight condiviso del team.

    ·  Come lo definiresti il “campo” che si crea nel tuo team?

    Per comprendere il campo è necessario conoscere il whishful thinking di ogni singolo collaboratore.

    ·  Quanto tempo dedichi ad “un’intervista approfondita” con i tuoi collaboratori?

    Suggerisco di prendere un quaderno e di scrivere, non registrare, una paginetta per ogni componente del tuo team con sogni, desideri, ambizioni, interessi, passioni personali.

    Verifica poi se ci sono degli elementi comuni, cherchiandoli tra di loro con la penna, ed estrapola i 3 che si ripetono più facilmente.

    A monte, deve essere stato formulato il whisful thinking del team nella sua interezza e che non può essere solo focalizzato sugli obiettivi di business.

    Una volta evidenti tutti questi elementi, il risultato non è la somma di ognuno ma molto di più, è il “campo” di quel team, ed è unico.

    Ora verificare se c’è armonia, unione ed inclusione di tutte le parti, pur nella loro diversità, avviene in maniera più fluida e soprattutto, riprendendo l’inizio di questo articolo, senza sforzo, ma accogliendo la “resa” e lasciando emergere ciò che c’è.

    Lo stato di coscienza del team è ciò a cui dobbiamo prestare cura, perché quello stato è integrale, comprende e trascende il pensiero duale.

    Da quello spazio sarà più potenziante e più vitale agire per il bene del team “sublime” .

    Spero che l’insieme di tutto quanto emerso dal 6 ottobre possa esserti d’aiuto o magari semplicemente darti qualche nuovo spunto di riflessione.

    Tuttavia, se sei interessato a potenziare i tuoi team e a renderli un team “sublime” puoi contattarci e saremo felici di poterti accompagnare nello sviluppo del benessere organizzativo e dello sviluppo umano in azienda, attraverso il metodo Energyogant di myHARA, concreto e misurabile..

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