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  • Il metodo

    Riconoscere il valore del tempo rende la pazienza strategica e produttiva

    “La pazienza è la forza del debole, l’impazienza la debolezza del forte” Immanuel Kant

    Abbiamo introdotto, la scorsa settimana, gli 8 principi vitali dell’azienda, secondo myHARA, dando in primis risalto alla FIDUCIA

    Se imparo a fidarmi e a dare fiducia inevitabilmente entro in una relazione strategica con il secondo principio: la PAZIENZA.

    La pazienza come capacità di saper aspettare. 

    La pazienza come vitalità e benessere.

    La pazienza è un’energia femminile, di attesa, di ascolto, di osservazione ma anche di non mente. 

    Nella pazienza smetti di pensare, ti fidi e ti affidi.

     La pazienza senza tempo non esiste

    La pazienza è intrinsecamente  collegata al riconoscere il valore del tempo, del non agire come preludio per la migliore azione nel futuro.

    Eppure, solitamente, per vissuti ancestrali, la parola pazienza non ci risulta molto simpatica!

    Ci riporta ad un senso antico di rassegnazione e di conseguenza a non riconoscere il valore del tempo, sorgente di ricchezza e nutrimento.

    Pazienza e tempo sembra non vadano più d’accordo ai nostri tempi!

    Ogni giorno controlliamo costantemente i nostri smartphone per verificare le reazioni alle nostre mail, alle immagini condivise, per i messaggi condivisi per i quali siamo impazienti per le risposte. 

    Abbiamo anche il flag azzurro ai messaggi che contribuisce alla nostra impazienza.

     Vogliamo quel feedback e soprattutto, lo vogliamo subito.

    Una reazione, un riconoscimento, un colpo di adrenalina al nostro sistema.

    Adattandosi a “relazioni tecnologiche” ci siamo riprogrammati a pensare/ sentire come un prodotto tecnologico: a ritmo immediato, frenetico, iperattivo, sterile.

    Comunichiamo a “slot” di tempo. Quarantacinque minuti, mezz’ora, un quarto d’ora.

    Ecco che il nostro riconoscere il valore del tempo svanisce.

    Il tempo non esiste, dice il fisico Carlo Rovelli. 

    Certo lui si rivolgeva agli atomi e alla fisica quantistica ma, letto così, dalla finestra della nostra quotidianità e della nostra vita social/digital, come dargli torto.

    Eppure, sembra molto importante per noi riconoscere il valore del tempo o meglio, la pretesa che gli altri ce lo riconoscano.

    La nostra urgenza di riconoscimento e gratificazione ci porta a trascurare chi siamo, cosa sentiamo e ad essere sempre “esposti” fuori da noi.

    Siamo alla rincorsa di un traguardo che è destinato a non arrivare mai.

    E proprio per questo, sempre in un vortice di frenetica ricerca di un significato e, per necessità di omologazione ad un modello, pretendiamo che gli altri riconoscano lo stesso valore che noi diamo al nostro tempo.

    Tutto ciò ci porta in una dimensione di stress, ansia, errori, pensieri circolari che ci intrappolano e ci consumano.

    Riconoscere il valore del tempo non ha nulla a che fare con una serie di numeri che si susseguono nelle lancette che fanno il giro, negli appuntamenti da schedulare, nelle scadenze come ultimatum.

    La pazienza è il luogo dell’esistere.

    Il tempo è molto di più. E’ il luogo dove noi esistiamo.

    Le nostre emozioni vivono nel tempo e i nostri sogni fluttuano con lui. 

    Il valore del tempo è l’essenza del fluire della vita, il flusso che ci accompagna nella traversata. E’ in questo luogo che emerge la  pazienza come strategica e produttiva.

    Il tempo è lo spazio che la vita ci concede per esprimere noi stessi, nel dare forma alla nostra capacità generativa.

    E’ il luogo dell’atto magico della creazione, come sostiene Alejandro Jodorowsky

    Come riconoscere il valore del tempo e della pazienza e riappropriarsene come risorsa vitale?

    Riappropriarsi del valore del tempo significa riordinare le priorità, per ordinare la nostra quotidianità.

    Una vita ordinata è una vita che ha dei ritmi che risuonano con noi.

    Spesso sono ritmi che ci spingono a sincronizzarci con quelli della Natura.

    Ritrovare il valore della luce e del buio. 

    Dei tempi di lavoro, e di quelli necessari di riposo. 

    Dell’apertura all’esterno e del raccoglimento interno.

    Ritmi che ci riportano ad uno stato di ricerca di benessere generale che è auto-generativo di tempo di valore.

    Questo meccanismo provoca benessere diffuso che crea una sincronizzazione sia nella vita personale che in quella lavorativa.

    La pazienza va riscoperta

    Il cervello è un organo che può processare situazioni complesse: per farlo ha necessità di conoscere e vedere i dettagli della situazione. 

    Più ampia è la visione più elevata la possibilità di trovare una soluzione.

    Steve Jobs nel suo discorso ai neolaureati di Stanford disse: unite i puntini! 

    Occorre avere la capacità di conoscere se stessi, i propri desideri, avere memoria e conoscenza del passato e fede/ desiderio nel futuro per vedere i puntini, ed affidarsi alla propria intuizione, a mente libera e respiro aperto, per unirli.

    Bisogna concedersi il tempo di osservazione, impregnazione,definizione del Sé e consapevolezza del proprio desiderio.

    La pazienza va allenata

    La pazienza è uno stato attivo. 

    E’ il modo corretto per rapportarsi alle azioni degli altri, e alle attese delle conseguenze delle nostre.

    Nella storia, è arte del condottiero, del campione, del saggio.

    Attendere con pazienza equivale a non consumare in fretta l’azione ma costruirla, avere fede in quanto messo in atto e aspettare che la vita restituisca una risposta, positiva o negativa. 

    E così la pazienza presuppone anche l’accoglienza. 

    La certezza che tutto ciò che accade è per il nostro bene.

    La pazienza è una virtù, un Maestro che ci chiama ad un insegnamento necessario per avanzare più forti e flessibili di prima.

    La pazienza allena anche la gratitudine, l’abilità di trovare il buono anche nell’attesa o nel risultato non conforme a quello sperato.

    La pazienza se non c’è si può desiderare

    Nel senso che implica movimento e il presupposto di averla per poterla portare.

    Quindi se non c’è, possiamo iniziare a desiderarla.

    Desiderare di essere “portatori sani di pazienza” significa essere in presenza, essere nel qui ed ora, accettarlo e fluire con esso, senza giudizio e tendenzialmente senza aspettativa.

    Il desiderio è la forza che ci fa avanzare nella vita. 

    L’origine della parola desiderio è una delle più belle e affascinanti che si possa incontrare attraverso lo studio etimologico.

    E’ composto dalla preposizione de- che in latino ha sempre un’accezione negativa e dal termine sidus che significa, letteralmente, stella.

    Desiderare significa, quindi, letteralmente, “mancanza di stelle”: la mancanza che ha come conseguenza l’attivazione di un sentimento di ricerca appassionata.

    Tutto ciò che alimenta il nostro desiderio ci rende svegli e creativi.

    E’ importante separare il desiderio (legato al Sè) dalla brama (legata all’Io).

    Per farlo occorre, di nuovo, dare spazio, ascoltarsi, dare valore al tempo dell’ascolto.

    “Prendersi il tempo per “ non significa “ Perdere il tempo in”

    Come scrive Robert Greene in Mastery:

    “Il più grande ostacolo alla creatività è la tua impazienza, il desiderio quasi inevitabile di affrettare il processo, esprimere qualcosa e fare colpo.”

    Andare più lenti e prestare ascolto a gesti e parole permette di vedere e sentire una grande quantità di cose che in altro modo non potremmo percepire.

    Ci consente di prendere il respiro, entrare in contatto con noi stessi e ragionare a un livello più profondo diventando una persona migliore.

    Dedicare tempo al lavoro significa dare valore a ciò che fai, affinchè il tuo operato ti renda orgoglioso, attivo ed efficace.

    Questo è l’unico modo in cui possiamo fare davvero un ottimo lavoro.

    Quindi riconoscere il valore del tempo e far fiorire la  pazienza come qualità strategica e produttiva, che ci permette di aprire nuovi scenari di azione, significa RALLENTARE. 

    ESERCIZIO n. 1

    Per una giornata intera prova a:

    . fare l’elenco delle cose da fare

    . elimina la maggior parte, mantenendone solo 3

    . oggi dai spazio solo alle 3 che hai selezionato e falle molto più lentamente di come le faresti di solito

    . Annota sensazioni ed emozioni che affiorano, senza giudicarle, semplicemente annota

    Se hai voglia di condividere puoi scrivermi direttamente o qui sul blog o via mail.

    ESERCIZIO n. 2 

    Condividiamo una poesia che speriamo sia per te spunto di riflessione sull’importanza del riconoscere  il valore del tempo.

    Non ti auguro un dono qualsiasi,

    ti auguro soltanto quello che i più non hanno.

    Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;

    se lo impiegherai bene potrai ricavarne qualcosa.

    Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare,

    non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.

    Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,

    ma tempo per essere contento.

    Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,

    ti auguro tempo perché te ne resti:

    tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guardarlo sull’orologio.

    Ti auguro tempo per guardare le stelle

    e tempo per crescere, per maturare.

    Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.

    Non ha più senso rimandare.

    Ti auguro tempo per trovare te stesso,

    per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.

    Ti auguro tempo anche per perdonare.

    Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita.

    Elli Michler

    ENERGYOGANT

    Il metodo Energyogant concreto e misurabile, ha come intento il miglioramento e il sostegno dell’energia personale anche nei momenti di alto impatto lavorativo.

    E’ suddiviso in 4 macro aree all’interno delle quali vengono forniti strumenti e feedback per sviluppare energia, creatività, concentrazione e vitalità nel singolo, migliorando il  benessere organizzativo.

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