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  • Il metodo

    Efficacia a Rischio: come il rimuginio e l’insonnia minano le nostre prestazioni e il nostro benessere

    Nel mondo frenetico e sempre connesso di oggi, dove il lavoro e la vita privata si sovrappongono, la nostra mente è costantemente sotto pressione. Quando la giornata si conclude e finalmente ci prepariamo ad andare a letto, il nostro corpo è pronto a riposare… ma la mente no. Rimuginio, preoccupazioni e pensieri incessanti ci impediscono di riposare, minando la nostra lucidità e il nostro benessere.

    Quali sono i costi aziendali di rimuginio e insonnia

    La mancanza di un sonno rigenerante e ristoratore ha conseguenze importanti che riguardano:

    1. Diminuzione della Produttività: Un manager che non dorme bene potrebbe impiegare più tempo per completare una relazione importante, trascurare i dettagli cruciali durante una presentazione o fare scelte meno informate durante una riunione. Tutto ciò si traduce in un inefficiente utilizzo delle risorse aziendali e in un rallentamento complessivo dei processi
    2. Maggiore Tasso di Assenteismo e di Presenza efficace: Quando i dipendenti sono mentalmente esausti, non solo si ammalano più spesso, ma anche quelli che si presentano al lavoro non sono veramente ‘presenti’. Le loro performance sono compromesse e l’efficacia complessiva dell’organizzazione ne risente
    3. Aumento dello stress e del burnout: costi legati al burnout sono enormi per un’azienda. Non solo c’è la perdita di personale esperto, ma anche la necessità di investire tempo e denaro nella formazione di nuovi dipendenti. Inoltre, l’effetto sul morale e sulla cultura aziendale può essere devastante, poiché la sensazione di un ambiente di lavoro stressante può portare una minore motivazione e impegno da parte di tutti
    4. Riduzione della Creatività e dell’Innovazione: Le aziende che non si preoccupano della salute mentale dei loro dipendenti rischiano di perdere la capacità di innovare. La creatività si sviluppa durante i momenti di riposo e riflessione, e quando la mente è sovraccarica, il pensiero creativo viene soffocato.
    5. Impatti sulle Relazioni Interpersonali e Lavoro di squadra: Una persona che non dorme bene tende ad essere meno paziente e più reattiva, creando frizioni all’interno del team. La comunicazione può diventare più difficile e meno efficace, e questo può compromettere l’intero flusso di lavoro del gruppo
    6. Il Costo della perdita di talento: l turnover dei talenti è uno dei costi più difficili da quantificare, ma è estremamente impegnativo per le aziende. Un manager che non riceve il supporto per gestire stress e insonnia può decidere di lasciare l’azienda per un posto di lavoro più equilibrato. Tutto ciò impatta negativamente non solo sulle operazioni aziendali ma anche sulla cultura aziendale

    I Benefici del Sonno: Come il riposo migliora la tua vitalità ed efficacia

    Il sonno non è soltanto una pausa dalla fatica quotidiana, ma un potente strumento di recupero mentale. E’ un’attività estremamente importante, tanto quanto la veglia. Sonno e veglia sono  lo yin e lo yang della nostra vita che agisce su tutti i livelli della nostra esistenza. 

    1. Recupero e Consolidamento della Memoria

    Durante il sonno, il cervello svolge un’importante attività di “pulizia” e rielaborazione delle informazioni. In particolare, il sonno REM (Rapid Eye Movement) è essenziale per il consolidamento della memoria a lungo termine e l’elaborazione delle emozioni. Le informazioni apprese durante il giorno vengono “ordinate”, permettendo una migliore comprensione e comprensione. Se per esempio abbiamo studiato per una presentazione o letto un rapporto importante prima di andare a dormire, il sonno aiuterà a consolidare queste informazioni, permettendoci di ricordarle meglio il giorno successivo

    1. Problem Solving e creatività

    Si tratta di incubazione mentale : Il sonno permette al nostro cervello di ricollegare i punti in modo nuovo, di “pensare fuori dagli schemi” e di scoprire una soluzione innovativa che prima ci sembrava sfuggire. Così, grazie a una notte di sonno ristoratore, recuperiamo energia, ma soprattutto attiviamo un processo di problem solving che non avremmo mai potuto ottenere rimanendo svegli.

    1. Gestione delle Emozioni e Resilienza allo Stress

    Durante il sonno, in particolare nelle fasi di sonno profondo e REM, il nostro cervello elabora le esperienze della giornata, stabilizzando le emozioni e riducendo l’intensità dei ricordi stressanti. Senza un sonno ristoratore, il nostro sistema emotivo diventa più fragile e vulnerabile. La mancanza di sonno impedisce al cervello di elaborare adeguatamente le esperienze stressanti, facendo sì che le emozioni negative restino “congelate” e non vengano elaborate correttamente. Questo può portare una maggiore reattività e motivazione, una difficoltà nel regolare le emozioni e una gestione meno efficace dello stress. In pratica, senza il giusto riposo, tendiamo a reagire in modo più impulsivo o a sentirci sopraffatti dalle difficoltà quotidiane, con conseguente impatto sulla nostra salute mentale e fisica.

    Se dormiamo dormito bene, siamo in grado di mantenere la lucidità e la calma anche sotto pressione. La nostra capacità di prendere decisioni equilibrate e ponderate aumenta, mentre se siamo privati del sonno, tendiamo ad essere più reattivi, ansiosi e meno efficaci nel risolvere i problemi. Il sonno diventa quindi una risorsa per “sintonizzarci” emotivamente, aumentando la resilienza allo stress e migliorando la qualità delle nostre relazioni

    Questi sono solo alcuni spunti di riflessione che vanno a sostenere i benefici che ci sembrano più immediati in termini di benessere fisico, vitalità ed energia.

    Rimuginio e insonnia: una relazione da combattere o da accogliere?

    L’insonnia è spesso il risultato di un conflitto con il nostro bisogno di riposo. Invece di considerarla come una battaglia da vincere, possiamo iniziare a vederla come un’opportunità di ascolto profondo. La consapevolezza del nostro corpo e dei nostri pensieri ci permettono di scoprire che l’insonnia non è un nemico da combattere, ma un segnale che il nostro equilibrio interiore è fuori sintonia

    L’OMS definisce l’insonnia come un «disturbo dell’inizio e del mantenimento del sonno» oppure come un sonno NON ristoratore presente per almeno 3 notti alla settimana» associati ad una sensazione di fatica, stanchezza o inefficienza diurna (WHO,1992)

     L’ insonnia è un linguaggio del corpo, il segnale che «qualcosa» non sta fluendo nel modo giustoun sovraccarico, una carenza, qualcosa trattenuto, una paura, una alimentazione inadeguata, motivi clinici. 

    Addormentarsi significa…abbandonarsi, lasciarsi andare, perdere il controllo. E’ un non vedere e non udire ciò che accade attorno. E’ un fidarsi dell’ambiente, degli altri e di se stessi. E’ un lasciarsi andare, un affidarsi.  

    Ogni sera, quando vado a dormire, io muoio. E la mattina dopo, quando mi sveglio, sono rinato (Mahatma Gandhi)

    Per i greci hypnos (il sonno) era figlio della notte e gemello della morte…All’inizio esistevano solo le Tenebre da cui emerse il Caos. Dalla loro unione nacquero il Giorno, La Notte, L’Aria e Erebo. Erebo e la Notte diedero vita a due gemelli, Thanatos, dio della morte e Hypnos, dio del sonno. Hypnos dormiva in una grotta vicino al fiume Oblio  e il suo compito era quello di sottrarre gli uomini alle tribolazioni della vita per qualche ora, addormentandoli e inducendoli a sognare. In questa attività veniva coadiuvato dal figlio Morfeo, solito prendere forma delle persone sognate e apparire con un mazzo di papaveri dal potere allucinogeno.   da «Cosmogonia», Esiodo

    Questo mito è esplicativo di come il sonno possa rappresentare un rifugio e un ristoro dallo stato di coscienza e attività, sia per il corpo sia per la mente: cadere nell’abbraccio di Morfeo è invitante e il modo naturale per suggellare una giornata intensa di veglia. Sul piano simbolico il sonno è strettamente associato alla morte, per la perdita di coscienza della realtà esterna da un lato e per la componente onirica che permette all’individuo di uscire dal suo corpo fisico e vagare per mondi sottili, dall’altro.

    Per trasformare l’insonnia in sonno ristoratore è necessario comprendere la relazione che abbiamo con Morfeo. E per fare questo il primo passo è accoglierla. 

    • Quali sono i benefici che ho nel restare sveglio? 
    • A cosa mi serve? 
    • Cosa mi vuol dire il mio corpo? 
    • Come mi sento? 
    • Dove avverto la tensione? 

    Porto tutta la mia attenzione, e resto in ascolto. 

    Un ascolto che com-prende il corpo e l’intuito… un canale di comunicazione con la mia parte più profonda. Nell’insonnia c’è una dis-armonia che corrisponde alla rottura di un equilibrio.

    E ancora proviamo a chiederci: 

    • Cosa c’è che non va nella mia vita? 
    • Cosa c’è che non sto guardando? 
    • C’è qualcosa che posso fare diversamente? 
    • Posso guardare con occhi diversi?

    Il cervello che ha creato il problema non può essere lo stesso con cui posso risolverlo… 

    Rimuginio e insonnia: quale impatto sul nostro benessere?

    Abbiamo visto che il rimuginio è quella tendenza a pensare continuamente agli stessi problemi, spesso concentrandosi su eventi passati o timori futuri. Questo processo mentale, che può sembrare inizialmente un tentativo di risolvere un problema, si trasforma presto in un circolo vizioso che aumenta lo stress e l’ansia, ma soprattutto non genera azione.

    Immaginiamo di andare a casa stasera e di avere domani un colloquio di selezione a cui teniamo moltissimo. Andiamo a dormire e ci viene un pensiero automatico: “E se andasse male? E se sbagliassi? E se mi impapinassi?” dopo un po’ che stiamo lì non dormendo, ci viene un altro pensiero: “Adesso non sto dormendo e questo non favorisce il buon colloquio di domani” Questo pensiero ripetitivo, questo pensiero altrove dalla nostra realtà concreta, è il rimuginio. 

    Il rimuginio è verbale, astratto, negativo ed è perseverante. Non si ferma mai oppure è difficile fermarlo. Abbiamo un pensiero automatico, che poi diventa rimuginio, che ci provoca ansia. Ma l’ansia rafforza il rimuginio ed è un circolo vizioso che è difficile interrompere.

    Rimuginio e insonnia aumentano stress e fatica a scapito di creatività e innovazione

    La privazione del sonno aumenta la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress. L’iperproduzione di cortisolo ha un effetto debilitante sul sistema immunitario, aumentando la vulnerabilità a malattie e infezioni. Oltre alla fatica, questa condizione contribuisce a creare un circolo vizioso: più stress e meno sonno, più fatica e meno produttività. La mente e il corpo diventano più difficili da gestire, riducendo la capacità di affrontare le sfide quotidiane con la lucidità necessaria e aumentando il rischio di burnout. Quando i pensieri continuano a girare senza sosta nella mente, il cervello diventa incapace di liberarsi dalle preoccupazioni quotidiane. La creatività, che spesso nasce in momenti di calma e riflessione, si riduce in modo significativo. L’incapacità di “staccare” mentalmente dal lavoro durante la notte significa che il cervello non ha il tempo di rielaborare idee o trovare nuove soluzioni. In altre parole, l’innovazione soffre, poiché il pensiero creativo si nutre del riposo mentale che il rimuginio impedisce. In un contesto aziendale dove l’adattabilità e la capacità di risolvere problemi sono cruciali, questo può tradursi in una perdita di vantaggio competitivo e in una stagnazione delle soluzioni e dei processi aziendali.

    Come interrompere il rimuginio e migliorare il sonno

    La buona notizia è che ci sono esercizi e tecniche efficaci per interrompere il ciclo di rimuginio e insonnia. Eccone alcuni:

    1. Pratica la mindfulness. La mindfulness aiuta a focalizzarsi sul presente, riducendo il flusso di pensieri ripetitivi. Prova a concentrarti sul respiro o su sensazioni fisiche specifiche. Questo può aiutare la mente a rilassarsi.

    2. Scrivi i tuoi pensieri. Tenere un diario vicino al letto può essere utile. Scrivi le tue preoccupazioni prima di dormire: questo esercizio ti permette di “scaricare” la mente e ritardare la riflessione su questi temi al giorno seguente.

    3. Crea una routine del sonno. Stabilisci orari regolari per andare a dormire e svegliarti. Evita cibi pesanti, caffeina e dispositivi elettronici nelle ore prima di coricarti. Crea un ambiente rilassante e scuro nella tua camera da letto.

    4. Tecniche di rilassamento: metodo 4-7-8 4-7-8′, descritto come un ‘tranquillante naturale per il sistema nervoso’ dal medico americano Andrew Weill. Attinto direttamente dal pranayama, un’antica pratica indiana che significa “controllo ritmico del respiro”

    5. Sfida i tuoi pensieri. Se ti trovi intrappolato in pensieri negativi, chiediti: “È davvero così grave come penso?” o “Cosa posso fare domani per affrontare questo problema?”. Spesso il rimuginio si basa su paure esagerate o irrazionali.

    6. Utilizza le immagini Spesso le immagini ci aiutano a spostare lo sguardo e ad abbassare il rumore dei nostri pensieri. Ci sono immagini profondamente simboliche:

    • La tana: La tecnica del rifugio, attraverso cui immaginare un luogo in cui nascondersi, ritirarsi, appartarsi apre sempre la porta a percorsi insospettabili per la mente ordinaria. La tana è l’energia della rigenerazione. E’ il luogo in cui nessuno può entrare. E’ il luogo in cui non veniamo osservati e non veniamo giudicati. Ogni volta che la immaginiamo attiviamo l’energia della notte, l’eterno femminile che ci abita. Attiviamo il segreto che vive dentro di noi.
    • L’acqua: Scoprire l’affinità con l’acqua può venirci in aiuto. Gli antichi dicevano che l’anima è femminile. L’immagine dell’acqua richiama il liquido amniotico, la vita, il seme, lo scorrere. E quindi l’acqua è il simbolo della saggezza, è l’immagine della quiete, della buona accoglienza. L’acqua è cedevole, non si logora, non cerca né di agire né di conoscere. L’acqua non ha rivendicazioni, accetta ogni forma, ogni posto. L’acqua va verso il basso, che tutti disprezzano. E’ la grande confluenza di tutte le cose. E si intorbida soltanto quando è agitata, ma queste agitazioni non durano. Perché non vengono dall’acqua. E’ un po’come dire che rimuginare non aiuta mai.

    Conclusione

    Rimuginio e insonnia non sono una condanna, ma segnali che possiamo decodificare e trasformare. Prendersi cura della propria mente e del proprio corpo non è solo una necessità: è un atto di autocomprensione e rispetto verso se stessi. 

    Inizia da subito: iscriviti al webinar gratuito del 10 febbraio PENSO TROPPO E VIVO MALE Come liberarsi dalla trappola del rimuginio e vivere bene.

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