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  • Il metodo

    TRASFORM-AZIONE VERA: Il DIRE e il rispettare le regole in azienda e nella vita

    TRASFORM-AZIONE VERA: Dire, Fare, Abbracciare. Un percorso di allenamento al benessere, concreto, facile e di sicuro successo.

    Terzo appuntamento con il DIRE.

    La parola di oggi è: OBBLIGO

    La differenza tra obbligo e rispettare le regole 

    Obbligo dal latino obligare, formato da ob= verso, dinnanzi + ligare = legare, vincolare. Pertanto, l’obbligo non è altro che un vincolo, un dovere di tipo giuridico, etico o morale nei confronti di qualcuno o di qualcosa.

    Regola dal latino regula, lista di legno, regolo, derivazione di regere dirigere, guidare diritto.

    Le 2 parole hanno una “vibrazione, una frequenza” (abbiamo detto che le parole sono energia) decisamente diversa: la regola ha a che fare con l’indicazione, il guidare e può essere interna e/o esterna. La regola spesso è elargita anche attraverso il canale dell’affetto e della cura. 

    Non entro nel merito ora delle conseguenze negative e/o positive dell’affetto e della cura perchè andrei fuori tema.

    L’obbligo ci stringe, ci costringe, sembra più qualcosa che non sappia nulla di noi e che sussista e persista anche dopo di noi. L’obbligo è impersonale.

    L’obbligo si prende la nostra vita, mentre noi vorremmo essere padroni della nostra vita.

    Ogni bambino viene al mondo con una potenzialità di libertà infinita, ma per integrarsi con gli altri e con l’ambiente, viene convenzionalmente istruito a rispettare le regole. Le regole inizialmente sono elargite con amore dai genitori e dal contesto familiare.

    Man mano che si cresce, le regole aumentano e si trasformano in punti di o in punti di conflitto verso la parte più autentica di noi stessi.

    In ognuno di noi esistono  2 parti:

    una nota ed una meno nota, perché non codificata e inascoltata da troppo tempo.

    La parte nota, man mano che intraprende il cammino di vita, si adatta facilmente alle regole ed è rassicurante, perché ci fa sentire appartenenti e accettati dal sistema.

    La parte non nota, spesso non solo non viene investigata e ascoltata, ma spesso neanche presa in considerazione.

    Peccato che è proprio lì che possiamo scoprire la nostra opportunità di trasformazione! 

    E’ nel non-noto di noi stessi che giace il nostro potenziale inespresso carico di manifestazione, vitalità e creatività.

    Un potenziale assopito e raramente attinto.

    Rispettare le regole dall’esterno diventa così “naturale” per noi, da non essere coscienti del confine tra quanto scelto per noi e quanto da noi.

    Rispettare o Trasgredire le regole: quali benefici

    Noi diventiamo veri quando disobbediamo alle regole: non le infrangiamo, ma le trasgrediamo.

    Trasgredire: dal latino  transgrĕdi ‘andare oltre’, der. di gradi ‘andare, camminare’.

    Noi scopriamo di essere noi stessi più facilmente quando riusciamo a trasgredire le regole, perché in quello “spazio di trasgressione” entriamo in contatto con forze nuove di noi.

    Quando nella nostra vita abbiamo a che fare con troppi obblighi e troppe regole da rispettare stiamo negando una parte profonda di noi. 

    Stiamo negando quella “forza o luce interna” che permette di esprimersi creativamente. Più alimentiamo la parte nota a discapito dell’altra, più perdiamo

    creatività e vitalità.

    Quale emozione domina il passaggio dalla parte nota a quella non-nota? La paura. 

    Non la paura di fallire, ma la paura di vincere.

    La paura di diventare consapevoli della potenzialità che c’è in noi, e doversene assumere la responsabilità ogni volta che siamo chiamati ad una scelta.

    Esiste una famosa poesia di Marianne Williamson che recita:

    La nostra paura più profonda

    non è di essere inadeguati.

    La nostra paura più profonda

    è di essere potenti oltre ogni limite.

    Oggi le circostanze ci chiamano ancora di più a rafforzare la parte nota di noi, la parte consolidata.

    Attivare la propria anima “selvaggia” è una sfida, ma può essere anche un problema per gli altri, perché è meno confortevole avere a che fare con persone fuori dagli schemi.

    Avere delle regole ci semplifica la vita e, per esempio, permette alla nostra mente selettiva di dedicarsi ad attività più importanti e/o strategiche, ma quanto le regole spegnino, soffochino la creatività individuale resta parte oggettiva della situazione.

    Rispettare o Trasgredire le regole: quanto e quando

    Esercizio:

    Prendi carta e penna e fai un elenco di quelli che ritieni essere i tuoi obblighi nella vita.

    Quando hai terminato l’elenco, rileggilo.

    Prova a farlo con atteggiamento esplorativo per indagare se sono veramente obblighi che ti permettono di stare bene, vibrare e riconoscerti o sono obblighi che hai reso tuoi per condizionamento culturale e sociale, per comodità e abitudine, perchè tutti fanno così, per quieto vivere.

    Ora cerchia i 3 obblighi o le 3 regole che senti tue perchè allineate ai tuoi valori di oggi e sottolinea 3 regole che oggi vivi come “ imposte” dall’esterno e che creano conflitto dentro di te.

    Cosa succede se abbraccio e consolido quelle in cui mi sento allineato, e abbandono le altre?

    Se vado controcorrente, se deciso di dire e di credere in qualcosa che va all’opposto di quello che gli altri si aspettano da me, quanto divento scomodo per me stesso e per gli altri?

    Abbandonare la regola che mi “costringe” significa fare una scelta. La scelta è il risultato di un movimento interno, che ha a che fare con la coerenza.

    La coerenza con il proprio sentire è un importante indicatore per il nostro benessere e la nostra energia.

    Rispettare le regole vivendo in un gioco di specchi 

    Il mondo che vediamo non è reale, è solo uno specchio del nostro passato, mentre la nostra “psicologia” attuale è reale e rappresenta il nostro futuro.

    Gli amici, il partner, il lavoro, la quantità di denaro che abbiamo adesso rappresentano il nostro passato perché sono la conseguenza della nostra “psicologia” trascorsa. 

    Per cui è impossibile cambiare qualcosa agendo direttamente su questi fenomeni esterni, in quanto sono proiezioni,qualcuno le definisce illusioni.. 

    Sarebbe come cercare di agire sulle immagini di un film: ormai è troppo tardi per cambiare le scene, bisognava agire prima, quando il film è stato girato. 

    Quella che vediamo intorno a noi è la proiezione finale d’un film che è già stato girato. Non è più modificabile.

    Dentro la nostra attuale psiche invece si nasconde il nostro futuro. 

    È lì che dobbiamo intervenire per modificare la proiezione che deve ancora manifestarsi.

    Per vivere la trasform-azione vera  è sufficiente che tu te ne vada in giro con questa nuova consapevolezza, 24 ore su 24. 

    La consapevolezza di essere dentro una matrix, una “psicoprigione”. Però devi ricordartene (ricordarti di te), e questa è la parte difficile.

    Non è semplice, ma se iniziamo a camminare per strada e agire sul lavoro ricordandoci  sempre che le persone e gli eventi che abbiamo di fronte in realtà scaturiscono dal nostro inconscio, le cose cambieranno da sole (devono cambiare), prima dentro e poi fuori.

    E questa è una magia.

    Non è necessario che da oggi analizziamo il significato psicologico di tutto ciò che ci accade. Si tratta solo di acquisire questa nuova consapevolezza e mantenerla come un “centro di gravità permanente”, mentre ce ne andiamo in giro dentro la proiezione tridimensionale del nostro passato.

    Ecco allora, di nuovo, che avere obblighi e rispettare regole è qualcosa di cui abbiamo bisogno, ma anche qualcosa che ci limita.

    Non esiste una risposta univoca. Esiste la nostra proiezione rispetto a regole e obblighi.

    Le regole sono più sociali e strutturali. 

    Gli obblighi spesso sono anche prigioni mentali che ci imponiamo. 

    Riesci a distinguere?

    In verità questo pianeta di per sé non è una prigione, bensì una vera e propria scuola dove le anime s’incarnano all’interno di apparati psicofisici – delle macchine biologiche – che vengono cambiate vita dopo vita, con lo scopo di apprendere ed evolvere. 

    Il punto è che le macchine biologiche che ci costruiamo al momento della nascita e che ci ospitano per tutta la vita, sono soggette a dei meccanismi automatici di sopravvivenza che sfuggono al nostro controllo cosciente. Questo fa sì che quando ci incarniamo ne diventiamo automaticamente schiavi.

    Ognuno di noi, quindi, viene in esistenza in un mondo che – pur essendo il percorso scolastico più valido presente in questo momento nell’Universo – possiede tutte le caratteristiche di uno psico-penitenziario, ossia un “carcere per la mente”. 

    Esattamente come in una qualsiasi altra scuola, se acquisiamo  l’atteggiamento giusto abbiamo la possibilità di imparare molte cose, ma se abbiamo l’atteggiamento sbagliato ogni lezione diventa una tortura inflitta senza ragione e i professori diventano degli aguzzini. Dobbiamo scegliere noi se vivere in una prigione o vivere in una scuola.

    Nel momento in cui si iscrive a scuola, l’anima s’incarna in un apparato psicofisico e si identifica totalmente con questo mezzo biologico, e in modo particolare con la sua mente. 

    Da quel momento l’anima crede di essere la macchina e nulla più. 

    Il problema è che l’apparato psicofisico è soggetto a una totale meccanicità, ossia non prende mai iniziative – anche se a un occhio poco attento potrebbe sembrare il contrario – ma si limita a rispondere meccanicamente agli stimoli che provengono dall’esterno oppure dall’interno della macchina stessa. Non agisce, bensì re-agisce. 

    Per questo motivo non è mai davvero libero. 

    L’illusione che siamo noi ad agire – e non gli istinti, i bisogni e le paure della macchina – fa sì che quasi nessuno vada in cerca di un’uscita da questa situazione.

    Rompere le abitudini meccaniche è la chiave d’accesso alla nostra creatività

    Odiamo meccanicamente e amiamo meccanicamente. Fumiamo meccanicamente e non fumiamo meccanicamente. Ci iscriviamo all’università meccanicamente e ci sposiamo meccanicamente. Possiamo ottenere un cambiamento dentro di noi in direzione d’un risveglio, solo se ci sforziamo di amare qualcosa o qualcuno che prima odiavamo (da qui il lavoro proposto da Gesù: ama i tuoi nemici e prega per i tuoi persecutori) oppure se fumiamo e ci sforziamo di smettere, se parliamo tanto e ci sforziamo di parlare poco. 

    Rompere le abitudini meccaniche è il modo più rapido per uscire dalla meccanicità della psico-prigione. O almeno questo è il lavoro iniziale, dopodiché dovrà cominciare ad attivare il Cuore.

    La situazione è resa ancora più complessa dal fatto che le nostre reazioni meccaniche traggono origine dalla genetica e dai condizionamenti ricevuti durante i nove mesi di gestazione trascorsi nella pancia della mamma e i primissimi anni di vita. Ricordate che dicevamo che le prime regole ci vengono trasmesse nel rapporto con la madre?

    Qui si creano il nostro carattere, le nostre paure, le nostre preferenze, ecc. Tutto ciò che poi troveremo così difficile andare a modificare, poiché nascosto in profondità nell’inconscio.

    Esercizio

    Provate a rompere la meccanicità. Se private forzosamente la macchina d’una sua abitudine reagirà in maniera aggressiva: si va dal rinunciare al caffè la mattina, non prendere più l’ascensore, cambiare di posto tutta la biancheria che avete nei cassetti e gli accessori che si trovano in bagno, mangiare con la mano sinistra anziché con la destra (e viceversa), sforzarsi di bere almeno due litri di acqua al giorno, modificare la vostra postura quando siete seduti, modificare la vostra solita andatura quando camminate. 

    Fino a giungere a cose più radicali: cambiare alimentazione, trovare il tempo per camminare mezz’ora ogni giorno, smettere di bere alcolici, smettere di fumare, iscriversi in palestra, andare a convivere con il partner, oppure non giocare più d’azzardo online, non leggere più articoli di gossip e inutili curiosità di cui è affollata la rete, ma costringersi a utilizzarla solo per precise necessità stabilite a priori.

    Mettere in atto anche solo uno di questi cambiamenti, causa di norma una reazione violenta da parte dell’apparato psicofisico (di norma nervosismo e irritabilità, ma si può giungere anche a somatizzazioni come sfoghi sulla pelle, febbre, influenza).

    Stiamo così saggiando la resistenza delle “sbarre della psico-prigione”.

    Ma poi si attiva il circolo virtuoso!

    Ed ecco che da un momento all’altro, dopo piccoli cambiamenti, diventeremo consapevoli che “ vivere obblighi e rispettare le regole “ può essere un’opportunità di conoscenza.

    Che la nostra paura si supera con l’accettazione della responsabilità e che la libertà  ha senso quando ci permette di essere noi stessi nel senso più profondo e utile alla comunità.

    Ti invito ad ascoltare “Il Pronto Soccorso del tuo Potere”, che può esserti d’aiuto in ogni momento della tua vita, per aiutarti a connetterti velocemente alla tua forza interiore.

    E se ti sei perso quello della settimana scorsa ti lascio il link 

    Ti invito ad attivare da subito questo approccio con te stesso, con i tuoi colleghi e in generale nella tua quotidianità, e poi, se ti fa piacere, fammi sapere com’è andata.

    Se volete un supporto, potete contattarci e saremo felici di potervi accompagnare nello sviluppo del benessere organizzativo e dello sviluppo umano in  azienda, attraverso il metodo Energyogant di myHARA, concreto e misurabile

    Simona Santiani 3387438166 – info@myhara.it

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