Le nostre azioni di oggi hanno sempre conseguenze su ciò che succederà domani.
E ogni giorno, ogni momento, noi costruiamo la nostra rotta, con continue manovre.
Esattamente come una barca che assume un’andatura contro vento.
Siamo tutti in bolina oppure è cambiato il vento?
La bolina è l’andatura che consente alla barca a vela di risalire il vento. E a bolina si orza e si poggia, cioè si cambia direzione avvicinando la prua della barca all’origine del vento, e si poggia per allontanare la prua della barca dall’origine del vento.
E’ un continuo raddrizzare il tiro: giriamo contro vento e poi a favore di vento.
Non si risale mai il vento in modo lineare. Il vento cambia sempre. Il problema non è il vento, ma la capacità dello skipper di saperlo gestire.
Così oggi è necessaria la capacità di “stare nel vento” o come spiega meglio Mihaly Csikszentmihalyi vivere nello “stato di flow“.
Ci viene richiesta chiarezza di visione, percezione dell’ambiente e rapidità di azione. E tutto ciò prevede essere immersi 100% in ciò che viviamo.
Si è talmente immersi nell’azione, proprio come il velista in azione.
Ci vuole pazienza, allenamento e un ambiente adatto.
Innanzitutto, dobbiamo essere concentrati e coinvolti mentre navighiamo in bolina, sia emotivamente che fisicamente, in modo che ci appaghi e che non sia troppo facile o troppo difficile per noi.
Gli strumenti indispensabili per affrontare questo tipo di rotta, e che abbiamo a nostra disposizione, sono le competenze, le relazioni e il networking oltre al legame e il sostegno della cultura aziendale e personale.
Questi i pilastri di base per poi indirizzare le azioni con sensibilità ed elasticità.
Ma anche la voglia di sperimentare, il coraggio di avanzare e la capacità di adattarsi alla situazione, abbassando il livelli di ansia.
Per allenarci a stare “sempre piu’ nel vento” possiamo:
- Abbassare il livello della sfida, ponendoci micro-sfide alla nostra portata, aumentando di volta in volta la difficoltà. Se per l’attività in questione siamo neofiti, è più ragionevole porre un obiettivo minimo fattibile che pretendere da subito troppo da noi stessi.
- Aumentare le nostre skills, affinché la nostra preparazione sia adeguata al completamento dell’attività. Quindi, semplicemente, studiamo tutto ciò che riguarda l’argomento oggetto della sfida che c’è all’orizzonte per essere preparati il più possibile ed eliminare paure e incertezze. Così facendo avvertiremo l’eccitazione che consegue al fare nuove esperienze.
- Sviluppare un atteggiamento curioso e disponibile all’errore. Nessuno ci chiede di essere perfetti, mentre ad ognuno è chiesto di far fiorire la propria “energia e i propri talenti”. Puoi anche non farlo? Certamente, ma è un pò triste.
Se una iperspecializzazione perseguita sin dai primi anni di lavoro è di norma considerata un vantaggio competitivo, la storia ci ha dimostrato che perfezionarsi in un solo campo possa a volte risultare un limite.
E’ questo il momento di lasciare emergere i propri talenti, metterli in connessione e ricordarsi che dedicare parte del tempo ad attività e compiti non immediatamente monetizzabili è un obiettivo da perseguire con tenacia.
A tal proposito ti invito ad ascoltare il contributo che Silvia Preti, Human Capital Officer CHERUBINI GROUP SPA, Azienda leader per la produzione elettrica ed elettronica di motori e accessori per manovra manuale di tende e avvolgibili, ha condiviso nell’ ottava puntata di Pixidis: direzioni in mare aperto, il primo podcast di myHARA. Pixidis attraverso il confronto, la connessione e spunti di collaborazione fra le aziende, vuole sostenere e aprire un varco nella visione di chi ogni giorno è chiamato a tracciare nuove rotte aziendali.
ENERGYOGANT
Il metodo Energyogant concreto e misurabile, ha come intento il miglioramento e il sostegno dell’energia personale anche nei momenti di alto impatto lavorativo.
E’ suddiviso in 4 macro aree all’interno delle quali vengono forniti strumenti e feedback per sviluppare energia, creatività, concentrazione e vitalità nel singolo, migliorando il benessere organizzativo.
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