Perché la nostra mente, prima di compiere qualsiasi azione, cerca di vagliare il maggior numero di possibilità?
«La vita si vive nell’incertezza, per quanto ci si sforzi del contrario. […] nessuna [decisione] sarà esente da rischi e assicurata contro insuccesso e rimpianti tardivi. » (Zygmunt Bauman, L’arte della vita, 2008)
Spesso da bambina avevo la sensazione di andare in una direzione ben precisa, come se stessi seguendo una linea invisibile. Il senso di incertezza non mi apparteneva, come probabilmente all’inizio non appartiene a nessun bambino.
Ho sempre sentito che il nuovo era in qualche modo predestinato e, il più delle volte, ero certa che qualsiasi cosa avessi fatto o vissuto sarebbe stata sempre la cosa giusta.
Grazie a questa certezza dell’incerto mi sono spesso permessa di osare, a volte anche troppo.
Lungo il percorso della mia vita ho compreso che le persone che ho conosciuto, i libri che ho letto, i partner che ho avuto, i cambiamenti di lavoro che ho fatto mi hanno aiutato a compiere il prossimo passo.
Grazie al lavoro di crescita personale, che con passione perseguo dall’età di 18 anni, ho compreso di voler sempre seguire la via più giusta per me con un’innata certezza.
Tuttavia tutte le volte che questa, veniva o viene a mancare, mi è sempre capitato di essere aiutata – a volte anche strattonata – da situazioni, persone, eventi che velocemente mi fanno e mi hanno sempre fatto tornare in me per riprendere la direzione giusta per me. Questo oggi lo definisco il sano egoismo vitale: quello che ci permette di “darci” di “metterci a servizio” in pienezza e nutrite per poterci aprire allo scambio senza essere prosciugati.
A causa di questo “direzionamento”, molte volte mi sono ritrovata a far fatica a capire chi mi diceva: “ho provato a fare questo lavoro, ma ho solo perso tempo” oppure “ho frequentato questo corso – o – ho seguito questo personaggio, ma ho deviato il mio percorso”.
Con questa certezza dell’incertezza ho sempre seguito la linea insondabile che mi ha portato – e sempre mi porterà – dove devo essere, in ogni momento e situazione.
Questa traccia intensa non è sempre stata piacevole: a volte è stato più facile seguirla, altre volte molto dolorosa e straziante.
Ma, avendo avuto un’educazione dove il motto di mio padre era “Non mollare mai”, non mi sono mai tirata indietro e ho sempre accettato le conseguenze e gli effetti collaterali dei diversi vissuti.
Il risultato di tutto ciò è che non mi sono mai pentita di quello che la vita mi ha sempre generosamente e abbondantemente dato. Mi sono sempre sentita, una ragazza prima e una donna poi, fortunata.
È un dono che mi sono costruita con una ferma intenzione: voglio essere viva ad ogni istante!I Non importa se sto bene o male, ma voglio vivere davvero questa vita. Costi quel che costi!
È la scelta più dolorosa e liberatoria che abbia mai fatto.
Dall’incertezza del futuro non si può scappare
Paradossalmente questa sembra essere l’unica certezza che si ha su di essa.
I nostri mezzi ‒ che sono il pensiero, la parola, le azioni ‒ non appaiono fino ad ora strumenti sufficienti a togliere l’incertezza della nostra vita.
Dobbiamo prendere atto del fatto che l’incertezza del futuro, come la contraddizione, sono parte della nostra natura e, solo in questo modo, potremmo rendere i nostri passi meno pesanti, meno turbati da queste compagne di vita.
L’incertezza però ha sempre una feritoia di luce che taglia il buio: altrimenti sarebbe disperazione.
Quella luce ci rivela l’esistenza delle possibilità ma anche ci rivela quanto è in divenire quello che abbiamo di fronte a noi.
Non sappiamo mai in che direzione volgeranno le cose.
Quanto conta l’energia personale nell’incertezza del futuro?
È in questo momento che l’umore e la nostra energia fanno la differenza.
Se il nostro umore è basso stentiamo a sopportare l’incertezza e preferiamo lamentarci di quello che accadrà.
Se il nostro umore è alto ci metteremo nella luce e decideremo che andrà tutto bene.
L’incertezza è una fatica perché ci mette di fronte al fatto di non sapere come andrà a finire. Ci permette, come dice Emily Dickinson, di abitare la casa delle possibilità.
Vivere è una forma di incertezza, non sappiamo cosa verrà dopo e come. Nel momento in cui conosciamo già cosa succederà dopo è come se cominciassimo a morire un po’.
Un artista non sa mai esattamente cosa sta facendo un po’. Lo supponiamo ma il vero salto lo facciamo dopo aver fatto un passo nel buio. (Pema Chodron)
La paura dell’incertezza del futuro
Vivere nella perenne incertezza ci fa invadere dalla paura.
Paura di perdere la possibilità di sostenersi economicamente, paura di non poter proteggere economicamente la famiglia che abbiamo creato, o di non poter costruire un futuro. Stati d’animo che stagnano dentro ogni lavoratore precario e non precario.
La vita organizzativa è apparentemente sempre meno priva di certezze.
Cosa faremo tra cinque anni? Quale sarà il responsabile fra due anni o fra sei mesi ? Con quale team ci confronteremo fra un anno? Domande senza risposta che alimentano l’incertezza nel futuro.
La preoccupazione di non sapere se sarai licenziato, se sarai in grado di pagare le tue bollette e se hai ancora un futuro all’interno di un’organizzazione, è ovviamente molto stressante.
Più le persone si preoccupano di perdere il lavoro, più basso è il loro benessere e più si rilevano problemi di salute.
La preoccupazione di perdere il proprio lavoro non motiva, anzi in genere porta a prestazioni peggiori sul lavoro.
Ci piace avere il controllo su tutto ciò che succede, però non tutto dipende da noi. Il futuro è incerto e, di conseguenza, proviamo disagio, ansia, paura, frustrazione e impotenza.
Per coloro che quotidianamente sono costretti a convivere con disturbi psicologici quali la depressione e l’ansia, sopravvivere all’incertezza potrebbe rivelarsi un ostacolo davvero insormontabile.
Cosa possiamo fare per imparare a convivere con l’incertezza del futuro?
1. Capisci che la certezza non esiste.
La nostra vita è in continuo cambiamento e l’unica certezza che abbiamo è probabilmente che non esistono certezze. Pensare di potere controllare ciò che ci accade è illusorio. Volere gestire e controllare tutto impedisce di comprendere che l’incertezza nel futuro è parte integrante delle nostre vite e come tale va accettata.
2. Accetta l’incertezza.
Non possiamo sapere cosa ci riserva il futuro: per questo, invece di lottare contro l’insicurezza è preferibile osservarla, riconoscerla ed accettarla.
3. Vivi il presente.
Non possiamo cambiare il passato e il futuro è incerto. Ciò che possiamo cambiare è il presente.
Pertanto focalizziamoci su di esso e concentriamoci sul qui ed ora godendo degli aspetti positivi che abbiamo, sviluppando gratitudine anche per le piccole cose, ponendo attenzione ai dettagli e agendo quando qualche aspetto della nostra vita non va come vorremmo.
4. Ridimensiona la paura del fallimento.
Nel caso della preoccupazione per il lavoro è importante concentrarsi sul positivo, sui nostri comportamenti che hanno buone probabilità di successo e crearsi delle alternative al proprio lavoro attuale, tenendo in considerazione le nostre aspirazioni ma anche la realtà del mercato del lavoro.
5. Allena la resilienza.
L’incertezza ci spaventa soprattutto perché temiamo di non riuscire a reagire in modo adeguato agli eventi, soprattutto a quelli negativi. Tendiamo a sottovalutare le nostre capacità di adattamento agli avvenimenti meno lieti, ma in realtà, dopo avere provato impotenza o incertezza, riusciamo a ritrovare un equilibrio. La resilienza va esercitata.
6. Analizza le emozioni.
Le emozioni che proviamo sono un feedback dal quale trarre suggerimenti sulle decisioni o sui comportamenti da attuare. Ascoltare le proprie emozioni dà la possibilità di scoprire valori e credenze profonde che ci guidano e quindi eventualmente rivederle nel caso in cui non risultino più essere funzionali per noi.
7. Confrontati.
Condividere i propri stati d’animo e le proprie preoccupazioni aiutano a comprendere che ognuno ha un rapporto diverso con le incertezze e il confronto giova ad acquisire punti di vista.
Muoversi nell’incertezza del futuro
Ciò che è vivo sfugge al nostro controllo!
Le persone ci sorprendono, la vita ci sorprende e tutta la nostra certezza e la nostra sicurezza non sono altro che un momento di stabilità in mezzo al mare dell’instabilità.
Rimanere fermi, non rischiare, non ci garantirà una vita sicura. Ci garantirà solo una vita immobile.
Si può certamente scegliere di vivere così, non c’e’ nulla di male anzi, forse per certi aspetti, si vive più a lungo. Ma è triste.
Così ogni volta che senti incertezza domandati: come posso aprirmi al nuovo? Cosa mi porta la giornata di oggi? Cosa devo comprendere di questa giornata?
Spostare l’attenzione dal conosciuto allo sconosciuto ci permette, ogni giorno, di nascere più saggi e non più vecchi.
La cosa più commovente della vita è la sua incertezza. Lo so e lo sento.
E riconosco che c’è una bellezza nella fioritura e una bellezza nel cambiamento. Non possiamo più accontentarci di dire che è bello un ramo fiorito: abbiamo bisogno di imparare a riconoscere la bellezza anche quando e’ rinsecchito e che proprio la sua trasformazione contribuisce alla bellezza: una bellezza che includa imperfezione e ’incertezza.
Se c’è una cosa che può costantemente bloccare dall’ottenere quello che si vuole nella vita è l’incertezza.
In realtà, non è proprio l’incertezza, ma il modo con cui siamo abituati a reagire.
La ragione principale? La paura dell’incertezza.
Questa paura può fermarci sul posto.
Possiamo diventare amici dell’incertezza, perché per quanto spiacevole possa essere, ne riconosciamo il valore, diamo atto e diamo dignità ad un qualcosa che è già qui con noi.
Questa sembra essere una paura di fondo, presente e comune a tutti. Tutti noi vogliamo sapere se le cose succederanno, come accadono e quando. Ci piace l’idea di poter predire con esattezza come le cose si evolveranno in ogni aspetto.
Ma la vita resta incerta. Più otteniamo nella vita e più si aprono incognite, più rivoluzionari siamo, meno certezze incontriamo.
Se andiamo a smascherare le nostre più grandi paure, ciò che sottende è un nucleo di incertezza.
Tutto ciò che noi evitiamo viene registrato dal nostro sistema nervoso come una minaccia e il nostro sistema nervoso innesca sempre una reazione difensiva,come l’attacco-fuga. Questo succede anche se semplicemente immaginiamo la situazione.
Ci sono un sacco di cose su cui abbiamo una certa dose di influenza all’interno delle nostre vite, ma ci saranno sempre altre cose su cui non avremo mai il minimo controllo.
Manipoliamo il mondo che ci circonda, per avere l’illusione di poter prevedere.
Ci raccontiamo che se ci prendiamo cura di noi, se ci occupiamo degli altri o se lavoriamo sodo, allora le cose saranno sicure, certe. Non lo sono.
La mancanza di controllo è sconcertante e se davvero ci concediamo di sentirlo, è un po’ come sentire di cadere. Quando però abbracciamo questa sensazione può essere anche esilarante, non c’è più la paura a trattenerci dal fare qualcosa di nuovo.
Alla fine, anche nella sensazione di cadere può cambiare il nostro punto di vista.
Un conto è cadere da un dirupo, diverso se ci tuffiamo da uno scoglio…
L’incertezza del futuro, in realtà, è il nostro dono più grande
Imparare ad amare l’incertezza è una delle cose più rivoluzionarie che possiamo fare.
Nella nostra vita noi corriamo tanto: perché la velocità rafforza la sicurezza dei nostri movimenti e annulla la percezione dell’incertezza, quell’elemento così fondamentale al nostro vero equilibrio.
Spesso confondiamo cosa significa essere sicuri.
Se agiamo in maniera difensiva, infatti, possiamo avere una grande sensazione di sicurezza ma non è detto che ciò che facciamo ci metta davvero al sicuro. Anzi spesso è il contrario…
Da dove origina la paura dell’incertezza?
Abbiamo paura dell’incertezza perché le nostre difese – attivate dalla rabbia e dalla paura – strutturano dei blocchi – fisici e mentali – che confondiamo con sicurezza.
Ci danno una percezione globale e ci fanno perdere i particolari e il loro continuo cambiare. Sopprimono emozioni che ci fanno paura, ma che così continuano ad essere nascoste dentro di noi e ad agire indisturbate.
Quando siamo incerti le nostre difese sono abbassate, ci apriamo alla vulnerabilità e cogliamo il mutare delle cose, lo spazio che c’è tra fare o non fare qualcosa, l’impossibilità di sapere prima come andrà a finire. Ci trema la terra sotto i piedi.
Saggezza è usare le difese solo quando sono necessarie: per il resto proviamo a percorrere il territorio dell’incertezza perché ci porterà alle nostre vere emozioni.
La nostra antipatia per l’incertezza ci fa dimenticare che solo attraverso l’instabilità possiamo camminare e andare avanti. Lo stesso camminare cos’è? Se non un tentativo continuo, ad ogni passo, di cadere e recuperare, cadere e recuperare l’equilibrio.Solo attraverso l’incertezza apriamo nuove prospettive.
Fidarsi del cambiamento è un altro modo per fidarsi della vita e non viverlo come un nemico ma come un’opportunità nella crescita.
ENERGYOGANT
Il metodo Energyogant concreto e misurabile, ha come intento il miglioramento e il sostegno dell’energia personale anche nei momenti di alto impatto lavorativo.
E’ suddiviso in 4 macro aree all’interno delle quali vengono forniti strumenti e feedback per sviluppare energia, creatività, concentrazione e vitalità nel singolo, migliorando il benessere organizzativo.
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