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  • Il metodo

    La leadership emotiva passa attraverso l’energia del corpo

    Nel 2005 sono stata operata alle corde vocali perchè avevo un nodulo che ostruiva il passaggio del suono. Le corde vocali si erano irrigidite e mi ritrovai completamente afona.

    Per il mio lavoro in particolare, sempre a contatto con le persone, anche nell’insegnamento, era un disagio penalizzante.

    Ma è stata anche la mia fortuna.

    Venivo da un’esperienza aziendale di leadership tradizionale, up & down, e la mia difficoltà principale era “starci dentro”.

    Avevo un ruolo manageriale e il lavoro mi piaceva, ma ero sempre in conflitto con ciò che sentivo e con l’ambiente aziendale.

    Ecco che il sintomo fisico mi arrivò proprio colpendo la gola. 

    Non riuscivo a comunicare quello che ero. 

    Le mie corde vocali erano impregnate di un miscuglio di emozioni, di conflitto e dolore.

    Lavoravo già da parecchi anni sull’intelligenza emotiva e le emozioni nel corpo, mi ero laureata con una tesi sulla comunicazione non verbale, ma era più facile riconoscerle negli altri che in me.

    Dopo il 2005 ho compreso che, se non mi fossi presa la responsabilità di lavorare in primis su di me, non avrei mai potuto guidare, ispirare nessun altro, nemmeno i miei figli, anzi soprattutto loro.

    Non ci addentriamo in questa sede sul significato dell’intelligenza emotiva essendoci una bibliografia amplissima e, trovando in Goleman, il padre dell’intelligenza emotiva.

    Saper guidare è un’abilità importante per chi lavora in gruppo. Che si tratti della direzione di un’impresa o della necessità di motivare i colleghi, essere capaci di ispirare e dirigere è fondamentale per raggiungere qualunque obiettivo.

    Goleman ci parla di 6 tipi di leadership emotiva ma ci dice anche che non esiste uno stile di leadership emotiva migliore di altre. 

    Si basano tutti sulla capacità di capire le emozioni altrui.

    Ma come faccio a comprendere le emozioni altrui se non riconosco le mie?

    E’ importante notare che molte persone non riescono a capire le proprie emozioni perché non sanno interpretare bene i segnali inviati dal proprio corpo. 

    Solitamente associamo le emozioni a un sentimento, ma in realtà tutte le emozioni partono da una sensazione fisica. Questo vuol dire che, indipendentemente dal nostro grado di confusione, possiamo entrare in contatto con un’emozione prestando attenzione a cosa succede al nostro corpo.

    Essere consapevoli del proprio corpo può sembrare la cosa più semplice.

    In realtà scopriamo che non è proprio così. 

    Se stiamo fermi non lo sentiamo. Se camminiamo siamo distratti da altre sensazioni.

    Le ragioni per cui e’ importante essere consapevoli del proprio corpo sono :

    • la consapevolezza del proprio corpo è un evento in continuo movimento che ci ancora al momento presente
    • le sensazioni fisiche sono porte d’ingresso per riconoscere le proprie emozioni
    • le sensazioni fisiche accompagnano i processi di pensiero e, a volte, attivano pensieri ripetitivi
    • la consapevolezza corporea riduce l’eccessiva identificazione con gli stati mentali negativi
    • ci permette di incontrare, in modo delicato, quello che tendiamo ad evitare emotivamente

    Evitare di sentire il corpo ha una ragione principalmente pratica: evitare di sentire le emozioni.

    E’ piu’ accettabile avere una tensione sulle spalle, piuttosto che sentire la rabbia; avere un vuoto allo stomaco piuttosto che sentire la paura.

    Quindi il  primo passo è sicuramente allenarsi ad ascoltare il proprio corpo.

    Vantaggi e Svantaggi della leadership emotiva

    La sfida è riconoscere vantaggi e svantaggi della leadership emotiva e “surfare” in equilibrio tra il fare e il sentire, l’imporre e l’accogliere, l’azione e la riflessione. 

    Tutto ciò ha a che fare con la nostra energia personale maschile e femminile. 

    • Prosperare in periodi di caos e di cambiamenti turbolenti
    • Essere sincero nel comunicare verità “dolorose”
    • Ispirare, generare, rendere sentito l’obiettivo dell’azienda
    • Promuovere innovazione e creatività
    • Creare relazioni cordiali e durevoli sia all’interno che verso i clienti
    • Essere empatici ma autorevoli

    La leadership emotiva comprende ognuna di queste possibilità.

    Come qualunque altra competenza o approccio, può avere  aspetti positivi e negativi. Considerarli ci aiuterà a decidere se fare appello alle emozioni sia la scelta più adeguata o se, al contrario, sia meglio ricorrere a un approccio più basato sulla logica e meno sull’empatia.

    Vantaggi:

    Non si può negare che dirigere un gruppo avendo a disposizione una buona dose di intelligenza emotiva offre benefici di ogni tipo. Tra i principali troviamo un ottimo equilibrio tra il raggiungimento degli obiettivi e buone relazioni all’interno del gruppo. Questo probabilmente significa dover sacrificare, in certa misura, l’efficienza dell’impresa, in cambio offrirà maggiore benessere ai dipendenti.

    Un buon leader emotivo deve essere capace di valorizzare le qualità dell’equipe, di aiutare gli altri a scoprire e sviluppare talenti e competenze. Uno dei risultati sarà una maggiore motivazione del gruppo, fondamentale per il buon andamento dell’azienda.

    Svantaggi:

    Adottare la leadership emotiva, tuttavia, può non essere sempre ottimale. In alcune circostanze potrebbe dare corso ad una serie di ripercussioni negative, tra cui:

    • Portare il leader ad agire in modo impulsivo. Un atteggiamento simile può essere svantaggioso per l’azienda e per il raggiungimento degli obiettivi nel caso in cui richiedano un orientamento più razionale.
    • Causare problemi di autocontrollo. In alcune occasioni, un leader deve prendere decisioni difficili, dure a livello emotivo. Un eccesso di empatia può rendere la gestione complicata o andare contro il processo stesso.
    • Provocare fluttuazioni emotive. Un eccesso di empatia o connessione con le proprie emozioni può far sì che queste influiscano troppo sullo stato d’animo del leader. Un leader, in linea di massima, deve essere un esempio di solidità e stabilità; diventa invece complicato esserlo quando si è in balia di emozioni non controllate.

    Come l’intelligenza emotiva influenza la leadership emotiva

    L’intelligenza emotiva può essere riconosciuta come l’insieme di specifiche capacità quali: consapevolezza, padronanza di sé,  motivazione, empatia, abilità nelle relazioni interpersonali, che permettono di utilizzare le emozioni come un patrimonio di ricchezza a vantaggio nostro e della collettività.

    L’IE ( intelligenza emotiva) incontra la leadership là dove si manifestano capacità di: 

    • ascolto
    • empatia
    • autorevolezza
    • capacità di ispirare gli altri a partire da ciò che li motiva, capacità di creare un ambiente emotivamente sicuro
    • influenzare emotivamente i propri collaboratori, saperli motivare innescando sentimenti positivi e riuscendo a liberare l’espressione del talento personale

    Goleman in Leadership emotiva. Una nuova intelligenza per guidarci oltre la crisi, afferma che Il leader emotivo è una persona “dotata di uno speciale talento di calamita limbica” che ha la capacità di creare risonanza, di stimolare comportamenti che permettano di suscitare emozioni positive, entrando in contatto e influenzando il cervello emotivo dei propri collaboratori.

    Come afferma Goleman, “ I leader sanno scuoterci. Accendono il nostro entusiasmo e animano quanto di meglio c’è in noi.”

    La leadership emotiva è sinergia tra energia maschile e femminile

    La cultura occidentale ha da sempre scelto lo sviluppo dell’intelligenza cognitiva e ha fatto della mente e del logos la propria coppia d’assi, ignorando che le emozioni sono alla base di ogni comportamento umano. 

    Così sono stati costruiti i nostri modelli di management, e il ruolo di leader costruito su valori maschili, indipendentemente dal gender del leader, e per tradizione associato al concetto di forza, decisione, e razionalità.

    Sarebbe riduttivo negare che valori come empatia, nuova leadership, balance sono entrati a livello concettuale nelle organizzazioni ma non ne permeano ancora il terreno.

    Definiamo il femminile come l’energia dell’emotività, dei sentimenti, della sensibilità e della ricettività, della cura, della creatività. Viceversa il maschile richiama razionalità, azione, freddezza, coraggio, lealtà, individualismo e spinta all’avere. Il femminile è per lo più interiore e si declina nella cura del particolare, nell’andare dentro. Il senso prevalente è il tatto, legato alla carezza, al gesto che guarisce. L’energia maschile è orientata al sociale, al dominio, all’andare verso l’esterno e conseguentemente la vista prevale sugli altri sensi.

    Come  attuare una trasformazione a favore di una  leadership emotiva?

    Un primo passo è osservare in che equilibrio sono le nostre 2 energie maschili e femminili.

    Perché il successo di un’autentica leadership emotiva deve tenere conto del proprio femminile. Altrimenti il conflitto interno si manifesta all’esterno e non siamo riconosciuti.

    Permettere all’uomo di riconoscere le proprie emozioni significa integrare la propria energia femminile. Permettere alla donna di esprimere il potere femminile con le caratteristiche del femminile permette di abbassare il disequilibrio dell’energia maschile della donna in azienda.

    Per esercitare una bisogna riscoprirsi esploratori.

    Fare l’esploratore significa sapersi muovere su qualsiasi tipologia di terreno, sapersi orientare in qualsiasi momento della notte e del giorno, riconoscere i pericoli affrontarli e trovare la giusta soluzione. Ecco perché oltre al piano delle competenze, è opportuno sapersi destreggiare in ogni occasione che si presenta.

    Ma fare l’esploratore significa anche ascoltare, accogliere il sentiero. Fidarsi di sé e dei propri compagni di viaggio. Prendersene cura affinché la traversata sia sicura per tutti, per sé, per loro, per il mezzo di esplorazione e per la meta da raggiungere.

    E’ con questo spirito, e con la ricerca dell’equilibrio tra il proprio maschile e femminile che si affinano gli strumenti da mettere in campo di volta in volta affinché la situazione sia sotto controllo ma non controllata, sia gestita ma non schiacciata.

    In più una leadership emotivamente intelligente si riconosce nella capacità di dare cattive notizie in modo comunque generativo per il gruppo e per le persone. https://www.energyogant.it/la-nuova-leadership-e-adattiva-e-condivisa/

    Tra le principali caratteristiche di coloro che hanno un’alta intelligenza emotiva viene individuato l’essere perenni apprendisti, life-long learners che costantemente sentono il bisogno di crescere, di farsi domande, di imparare cose nuove e in nuovi modi, persone disposte a cambiare le loro idee per aprirsi al nuovo.

    Per concludere in leggerezza, suggerisco di dare un’occhiata alla serie New Amsterdam su Netflix dove Max,  il leader, a mio parere è un buon tentativo di leadership emotiva.

    “Un pittore mi disse che nessuno può disegnare un albero senza diventare in qualche modo un albero; o disegnare un bambino studiando soltanto il profilo della sua forma… ma col guardare per un po’ di tempo i suoi movimenti e i giochi, il pittore entra nella sua natura e quindi può disegnarlo.” (Ralph Waldo Emerson)

    ENERGYOGANT

    Il metodo Energyogant concreto e misurabile, ha come intento il miglioramento e il sostegno dell’energia personale anche nei momenti di alto impatto lavorativo.

    E’ suddiviso in 4 macro aree all’interno delle quali vengono forniti strumenti e feedback per sviluppare energia, creatività, concentrazione e vitalità nel singolo, migliorando il  benessere organizzativo.

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